Termini di Prescrizione per il Risarcimento

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Termini di Prescrizione per il Risarcimento

Sei sicuro di conoscere i tuoi diritti quando si tratta di responsabilità medica? Potresti rimanere sorpreso nello scoprire che molti pazienti non sono consapevoli di quando decorre il termine per richiedere un risarcimento per danni subiti a causa di un errore medico. Questo può fare la differenza tra ottenere giustizia o perdere la possibilità di essere risarciti. La Cassazione, con l’ordinanza n. 29760/2022, ha chiarito un aspetto fondamentale: il termine di prescrizione per l’azione di risarcimento non inizia dal momento in cui la malattia si aggrava, ma dal momento in cui si ha la percezione della lesione. Sapere esattamente quando inizia a decorrere questo termine è cruciale per proteggere i propri diritti.

Secondo uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità, quasi il 70% delle persone coinvolte in casi di presunta malpractice sanitaria non conosce i termini di prescrizione e, di conseguenza, rischia di vedere sfumare ogni possibilità di risarcimento. In questo articolo ti spiegherò dettagliatamente cosa dice la legge e come puoi evitare di perdere la tua opportunità di giustizia. L’obiettivo è rendere comprensibili a tutti le dinamiche legali legate alla responsabilità medica e, soprattutto, assicurarti che tu abbia tutte le informazioni necessarie per tutelarti.

Termine di Prescrizione nella Responsabilità Medica: Scopri Quando Puoi Ancora Ottenere Giustizia

La responsabilità medica è un tema che riguarda ciascuno di noi. Che tu stia cercando giustizia per te stesso, per un familiare o semplicemente informandoti, è importante comprendere appieno quali sono i tuoi diritti e quando iniziare a esercitarli. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 29760/2022, ha ribadito che, in tema di responsabilità medica, il termine di prescrizione per l’azione di risarcimento del danno da malpractice sanitaria decorre dal momento in cui la malattia viene percepita o può essere percepita, utilizzando la normale diligenza e tenendo conto delle conoscenze scientifiche disponibili. Questo principio, fondamentale in materia di risarcimento per responsabilità medica, è stato confermato sulla base degli articoli 2935 e 2947, primo comma, del Codice civile, secondo cui la decorrenza del termine di prescrizione ha inizio nel momento in cui il soggetto leso può avere percezione del danno ingiusto causato dalla condotta altrui (cfr. Cassazione, Sez. III, sentenza 23 settembre 2013, n. 21715; Cassazione, Sezioni Unite, sentenze 11 gennaio 2008, nn. 576, 577, 578, 579, 580, 581).

Il Caso del Tribunale di Imperia: Esempio di Prescrizione del Risarcimento

Questa tematica sulla prescrizione dei diritti di risarcimento in caso di errore medico trova una sua esemplificazione nella vicenda trattata dal Tribunale di Imperia, in cui, il 27 dicembre 2017, un soggetto vittima di un incidente stradale ha convenuto in giudizio l’ASL di Imperia, richiedendo il risarcimento per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti in seguito a due interventi chirurgici presso l’ospedale di Sanremo il 24 settembre e il 28 novembre 1991. Secondo l’attore, tali interventi avrebbero causato una “lesione del plesso brachiale”, che avrebbe comportato “residuati postumi invalidanti”, manifestatisi durante l’aggravamento delle condizioni di salute negli anni 2016-2017.

Il Tribunale di Imperia ha rigettato la domanda di risarcimento, rilevando il decorso del termine di prescrizione. La Corte ha ritenuto che la lesione lamentata avrebbe dovuto essere percepita e denunciata dall’attore già al termine degli interventi chirurgici del 1991, in quanto, mediante l’ordinaria diligenza e con il supporto delle conoscenze mediche disponibili, l’attore avrebbe potuto percepire e comprendere la lesione nella sua completezza, giungendo alla conclusione che essa fosse connessa alla condotta inadeguata dei sanitari. Tale decisione è stata integralmente confermata dalla Corte d’appello di Genova con sentenza n. 1044/2021.

Il Ricorso alla Corte di Cassazione: Le Ragioni del Rigetto

Nel ricorso alla Corte di Cassazione contro la pronuncia della Corte d’appello, l’attore ha sostenuto che la Corte territoriale non avesse adeguatamente considerato la documentazione prodotta, tra cui i referti di un ulteriore intervento chirurgico che confermavano la lesione originariamente diagnosticata, e non avesse tenuto conto dell’aggravamento delle condizioni di salute verificatosi nel 2016-2017. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso “inammissibile”, sottolineando che la valutazione dei fatti e l’apprezzamento delle prove sono attività riservate al giudice del merito. Quest’ultimo ha il compito non solo di valutare i risultati probatori, ma anche di scegliere i mezzi di prova più idonei a dimostrare la veridicità dei fatti, una scelta che non è sindacabile in sede di legittimità (cfr. Cassazione, Sez. VI, ordinanza 4 luglio 2017, n. 16467; Sez. I, sentenza 23 maggio 2014, n. 11511; Cassazione, Sez. Lavoro, sentenza 13 giugno 2014, n. 13485).

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