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È ormai effettiva la decisione del Governo, il Decreto Terremoto prorogherà lo stato di emergenza per le regioni colpite dal sisma nel 2016. Le promesse sostanzialmente sono queste: proroga del decreto fino al 31 dicembre 2020 e lo snellimento della burocrazia al fine di velocizzare la ricostruzione delle strutture danneggiate.
L’approvazione è arrivata dal Consiglio dei Ministri, secondo la proposta del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e di Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia.
Le regioni colpite dal sisma, e quindi interessate dal nuovo Decreto Terremoto 2020, sono: Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Dopo le numerose richieste di aiuto quindi, il Governo ha deciso di prorogare lo stato di emergenza con lo scopo di favorire la rinascita dei comuni colpiti.
Decreto Terremoto
Il Decreto Terremoto non prevede solamente la proroga dell’emergenza, ma anche l’avvio di un nuovo stanziamento di denaro. Nel 2019 infatti, per questo motivo erano già stati erogati 380 milioni di euro. Nel corso del 2020, si prevede lo stanziamento di ulteriori 345 milioni di euro.
La priorità assoluta che interesserà questi fondi sarà la ricostruzione delle strutture scolastiche danneggiate dal sisma. Queste, se collocate nel centro storico, dovranno essere riedificate nello stesso luogo in cui si trovavano, in quanto la loro destinazione urbanistica non può essere modificata.
Il nuovo Decreto Terremoto 2020 vede l’approvazione di quasi tutti i maggiori esponenti politici. Tra quelli di spicco troviamo Nicola Zingaretti, che propone addirittura lo sviluppo di una area ZES (Zona Economicamente Speciale), per le regioni colpite dal sisma nel 2016. Secondo il segretario del PD e Presidente della Regione Lazio, questo è il modo migliore per favorire lo sviluppo e il turismo nelle zone terremotate. Inoltre sarebbe un metodo concreto per fermare lo spopolamento di questi luoghi.
Le nuove misure trovano in accordo anche Marina Sereni, viceministro degli esteri, che considera il Decreto Terremoto 2020 come una svolta che aiuterà finalmente le aree terremotate a ricostruire le proprietà e gli immobili danneggiati. In contrasto alle nuove misure legislative troviamo invece Francesco Acquaroli, deputato del Fdl. Egli considera infatti il Decreto Terremoto come una scatola vuota. L’allusione vorrebbe intendere che le nuove misure promettono tante novità positive, ma che comunque non si riuscirà a risolvere alcun problema grazie a questo nuovo decreto.
Cosa prevede il nuovo decreto?
Le modalità attuative del decreto saranno le seguenti:
- Riduzione del 60% dei fondi da restituire in merito alla “busta paga pesante”. I terremotati dovranno restituire quindi solo il 40% del totale complessivo;
- Accelerazione della procedura per l’inizio dei lavori e delle certificazioni edilizie. I controlli non saranno più realizzati in base alla situazione di tutti i richiedenti, ma unicamente a campione sul 20%;
- Anticipazione delle procedure progettuali di ricostruzione e copertura del 50% delle spese progettuali;
- Priorità per la ricostruzione di edifici scolastici, che, se siti nel centro storico, dovranno essere ricostruiti nel luogo di origine, salvo la presenza di impedimenti;
- Aggiornamento obbligatorio del piano gestionale per macerie e rifiuti da parte delle Regioni. O, in caso di impossibilità dalla Regione, sarà il Commissario straordinario a eseguire l’aggiornamento.