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Il datore di lavoro può ascoltare le telefonate dei dipendenti?
Se il tuo datore di lavoro ti ha contestato il tono o il contenuto di una telefonata, ne avrai dedotto che in qualche modo ascolta le tue conversazioni e ti starai chiedendo se ciò sia legittimo. Sappi che la risposta è sì e no. In poche parole, dipende.
La privacy è un diritto di cui godono tutti i cittadini e al Garante non poteva sfuggire la particolare situazione nella quale si trova un lavoratore che, per esigenze di lavoro, si trova a dover utilizzare strumenti aziendali per le sue comunicazioni.
Strumenti ai quali il datore di lavoro potrebbe avere accesso, a patto che ricorrano determinate circostanze, al di fuori delle quali ogni invasione della privacy non potrà essere utilizzata né per i procedimenti disciplinari, né essere usate contro di te in un eventuale procedimento giudiziario. Sempre che tu non abbia commesso degli illeciti, ovviamente!
I casi in cui il datore di lavoro può controllare le tue telefonate.
Per comodità si parla di telefonate, ma in realtà, grazie agli strumenti aziendali, il datore di lavoro potrebbe spiare ogni tua mossa e conversazione. Pensa al PC aziendale, che tutti i dipendenti usano anche per leggere la posta privata, o al telefono di servizio o persino al localizzatore GPS montato sull’auto dell’azienda messa a tua disposizione. Potenzialmente il datore di lavoro potrebbe controllare la tua vita in ogni singolo momento.
La buona notizia è che non lo può fare, tranne che in due casi individuati con precisione:
- quando il telefono è il tuo strumento di lavoro, quello attraverso il quale presti la tua opera (come per esempio nei call center).
- quando sei stato preventivamente informato delle finalità per le quali il controllo viene effettuato e su come verranno gestiti i tuoi dati personali.
Ma non solo. Sono espressamente vietati dalla legge i controlli ad personam: quindi se il tuo datore di lavoro sospetta un uso improprio del telefono o dell’auto aziendale, può predisporre i doverosi controlli, ma a campione, senza prendere di mira il singolo lavoratore. Questo perché un controllo mirato è possibile solo da parte dell’autorità giudiziaria e solo se è stato denunciato un comportamento illecito del lavoratore durante l’orario di lavoro.
Importanza della Privacy del lavoratore.
Se la Privacy è un diritto ed è tutelata in modo rigoroso in ogni ambito della vita sociale, per un lavoratore è un aspetto dirimente del suo rapporto di lavoro, al fine di poter limitare la possibile invasione della sfera personale da parte dei superiori.
Non sfugge a nessuno, infatti, che un datore di lavoro che possa acquisire informazioni sulle opinioni politiche, sull’orientamento sessuale, sul credo religioso o sull’appartenenza sindacale di un lavoratore potrebbe farsi influenzare da queste informazioni e decidere del futuro del dipendente sulla base di notizie che attengono alla sfera privata. Motivo per il quale, queste domande non ti vengono poste durante un colloquio di lavoro.
O almeno, non dovrebbero.
Quindi, se il tuo datore di lavoro ti contesta un comportamento, un pensiero o un’azione, di cui è venuto a conoscenza registrando le tue telefonate o spiando le tue e-mail, puoi subito chiedere che questi dati siano cancellati. E puoi stare tranquillo che, a meno che tu non abbia commesso un reato, nessuno potrà mai utilizzare le informazioni acquisite in questo modo, per aprire procedimenti disciplinari o licenziarti.
Nessuno può ascoltare le tue telefonate, nemmeno il tuo capo.